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Il palazzo del Broletto
Il Broletto (termine che in passato designava ovunque il palazzo municipale) sorge su un'area adibita fin dalla metà del '200 al convento di San Michele, edificato dall'Ordine degli Umiliati. Dopo la sopressione dell'ordine (1570), conseguente all'attentato del Farina a San Carlo Borromeo, il convento ospitò altri religiosi (monache Benedettine ed Agostiniane, frati Francescani). Sotto Napoleone, l'edificio perse il carattere di convento per essere adibito a pubblici uffici, sia pure con funzioni diverse nel tempo. Dal 1859 al 1861, crollata la torre già campanile della chiesa, esso venne ristrutturato su progetto dell'arhcitetto Leone Savoia; dell'antico convento rimane l'ampio cortile con in porticato coperto da volte a crociera poggianti su colonne in granito. Ospitò fino al 1929 il Municipio, poi trasferito nel palazzo di via Verdi, (costruito nel 1907 come sede della Sottoprefettura) ed ora denominato Palazzo Borghi, dal nome della facoltosa famiglia propietaria in origine dell'area e, fino agli anni 60, la pretura, le carceri, il commissariato di P.S., la Biblioteca Civica.
Agli uffici amministativi rimastivi se ne sono aggiunti nel 1995, dopo l'ampliamento del Broletto stesso verso largo Camussi, parecchi altri. Le fonti locali danno risalto, più che ai valori architettonici del complesso, alle funzioni pubbliche esercitatevi (sede di circondario, Sottoprefettura, ecc), quasi a rivendicare alla città un ruolo primario e irrinunciabile sul territorio.
La Crocetta o 'Cruzeta'
Al di là del modesto valore artistico, è il simbolo della città, cara ai gallaratesi e parte importante della storia locale.
La colonna si erge su un piedestallo ed è sormontata da un capitello con doppio simulacro della Vergine del Pilar, cui sovrasta una croce in ferro. Come si legge (purtroppo, ora, molto a fatica) su un lato del basamento, la fece erigere nel 1694, (in sostituzione di una più bassa) Cesare Visconti di Milano, conte di Gallarate in quell'epoca sotto la dominazione spagnola.
La crocetta subì vari spostamenti, anche nel secolo scorso, sempre nell'ambito di piazza Maggiore, poi Vittorio Emanulele II ed ora Libertà. Ci sembra interessante, quasi profetica, la frase apposta sul lato del basamento verso via Mazzini: 'I posteri giudichino l'Autore, la cosa, il fine, il modo, l'epoca'.
La sede degli Studi Patri
L'antico convento di San Francesco sorto in seguito alla venuta dei Frati Minori (1234), si può definire, pur nella limitata estensione superstite, l'edificio storico che meglio rappresenta l'antico borgo citato sulle mappe dell'epoca come sede di un'importante comunità francescana. Nel 1245 l'opera era già ben avviata e comprendeva, oltre alla chiesa (più a sud), il mistico 'chiostrino', come è familiarmente chiamato dai gallaratesi. Il convento subì varie vicissitudini nel corso delle lotte tra francesi e spagnoli. Nel 1718 si estendeva fino all'ex Pasquirolo (parte dell'attuale piazza Risorgimento). Nel 1926, il Chiostrino venne donato da Enrico Macchi alla Società degli Studi Patri, sorta nel 1896, la quale vi si trasferì, occupandosi intelligentemente della conservazione e del restauro dell'edificio, dopo aver consentito la demolizione della chiesa (1932), ormai fatisciente per l'incuria dei precedenti governi e propietari privati.
In quel che rimane dell'antico complesso ha sede oggi il Museo di Storia ed Arte, aperto al pubblico dal 1961. Al piano terreno è raccolto il materiale archeologico di epoca preistorica (Lagozza di Besnate, Civiltà di Golasecca), gallica, etrusca, romanica e longobarda. Al primo piano, ha sede la Pinacoteca con dipinti del XVII, XVIII, XIX secolo. Tra gli artisti presenti ricordiamo Giacomo Raibolini detto il Francia, Jacopo Zucchi, Giovan Battista Crespi detto il Cerano, Tanzio da Varallo, Niccolò Pisano, Daniele Crespi, Giacomo Sementi, Carlo Cane, Giuseppe de Albertis, Giuseppe Bossi, Adolfo Wildt, Renzo Colombo,ecc.
L'Aloisianum 
Dopo varie peregrinazioni per l'Italia l'Aloisianum, sorto nel 1839 come seminario degli aspiranti gesuiti dedicato a San Luigi Gonzaga, potè stabilirsi alla periferia di Gallarate nel 1936, grazie alla generosa donazione della contessa Rosa Piantanida Bassetti Ottolini. Nel 1937 gli fu riconosciuta la facoltà di conferire i gradi accademici in filosofia. Dal 1970 non è più sede universitaria ma rimane centro primario di attività culturali sotto vari aspetti: la Biblioteca, con centinaia di migliaia di testi, accessibili agli studiosi; il monumentale 'Index Thomisticus', elaborato da padre Roberto Busa, dal 1946 al 1980; gli annuali Convegni Filosofici, che hanno dato vita ad un autentico movimento di pensiero di portata universale; la Procura delle Missioni; l'I.R.I.S., diretto, nelle sue varie sezioni sociali ed artistiche da padre Alfredo Imperatori. L'Aloisianum apre inoltre a tutti le sue porte per convegni scientifici e tecnici, raduni, manifestazioni culturali, mostre, concerti. Contiguo al complesso universitario, sorge dal 1959, (su un naturale belvedere), la chiesa del Sacro Cuore, tempio funzionale e moderno con una Via Crucis di Francesco Messina, opere del gesuita Fratel Venzo, Bianchi, Kaufmann ed altri.
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