In base alla valutazione dei reperti archeologici scoperti nel corso dell’ultimo secolo nell’area di Castellanza , sia essi relativi alla fase pre-protostorica , romana o medievale, è stato possibile inquadrare in modo più preciso ed approfondito la media valle dell’Olona nell’arco di circa tremila anni di storia. Si parte dal periodo antichissimo, protostorico, caratterizzato dalla presenza di villaggi sparsi, abitati da popolazioni di origine celtica, che svolgevano attività quali la produzione di ceramica, la tessitura, la cardatura della lana.
Preistoria e protostoria : i riti funerari.
Il maggior numero di dati relativi alla vita e alla cultura degli antichi abitanti proviene dalle necropoli; la stessa tipologia delle tombe per lo più a cassetta di varie dimensioni , di pietra, deposta sin dalle antichità, al di sotto del piano di frequentazione e in aree specifiche, ne ha consentito la conservazione. L’analisi dei materiali funerari ha reso possibile la ricostruzione dei riti funerari che dovevano coincidere nell’età del Bronzo Finale e del Ferro , con la cremazione. Questa cerimonia avveniva scavando una fossa nel terreno, nella quale si poneva la legna a cui era sovrapposta una barella lignea o d’argilla in cui era deposto il defunto. Questi era più o meno riccamente adornato con utensili, vasellame, armi, secondo il rango , che finivano spesso combusti nel rogo. Al rogo seguiva l’ossiego,cioè la cernita accurata delle ossa e delle ceneri che venivano poi raccolte in un loculo munito di coperchio.
L'insediamento protostorico di via Roma.
Nel 1982 è venuta alla luce tra via Roma e via per Castellanza, su un lieve terrazzo a ridosso del corso dell’Olona,un area che presentava alcune strutture in ciottoli circolari ,costipate di frammenti ceramici, i quali probabilmente servivano da supporto per l’essiccamento dei vasi. In prossimità di questa zona è stato individuato anche un muro a secco come recinzione esterna all’area insediativa.
Il villaggio di via Roma doveva essere circondato da una zona dedicata ad attività agricole e pastorali come documentano, i grossi vasi per contenere alimenti, cesoie ,rasoi per la tosatura delle pecore e falcetti per le attività di mietitura. L’analisi dei reperti ha permesso di riscontrare analogie stilistiche con la vasta necropoli di Canegrate.
L'età romana.
La trasformazione del sistema abitativo pre-romano di tipo celtico a un impianto urbano di tipo romano avvenne in maniera graduale a partire dal II sec a.C. I modelli culturali e i manufatti coesistettero con le tradizioni locali che si mantennero fino all’età augustea. Un esempio significativo è la scoperta effettuata nell’estate 2002 di una necropoli, rinvenuta a Castellanza lungo via Don Minzoni all’incrocio di via Borsano, in cui accanto all’olletta in ceramica d’impasto e il vaso a trottola ,di tradizione celtica, è presente un servizio da toilette per atleta con tegame, brocca in bronzo e strigile per detergersi il sudore, che attestano la romanizzazione della popolazione. Insediamenti rurali importanti nascono lungo i tracciati viari principali come la Mediolanum-Verbanus, che metteva in collegamento Milano e la pianura con l’area prealpina, il cui tracciato coincide con l’attuale Sempione. E’ a quest’epoca che sembra infatti risalire l’impianto di un edificio rustico, identificabile,, per la planimetria e la localizzazione, in una mansio ossia una fattoria a carattere misto abitativo e produttivo, a pianta aperta con pochi vani e un grande ambiente di lavoro, sovente affiancati da portici e da una corte.
La ricchezza di corredi in età augustea, rinvenuti nelle necropoli del territorio, potrebbe essere interpretata come una maggiore agiatezza, in seguito ad un miglioramento delle tecniche di tipo agrario acquisite dopo l’assegnazione di terre ai coloni romani. Lo studio effettuato inoltre sui carboni dei roghi funebri attestano che nel territorio doveva essere diffusa la coltivazione dei cereali e dei legumi, testimoniata dai mulini ancora oggi conservati lungo l’Olona e dalle macine provenienti dai corredi funerari. A ciò si aggiunge la frutticoltura e la lavorazione del legno attestata dalla presenza di roncole ed asce. Ben documentata è la presenza di ateliers di ceramisti per la produzione di lucerne, tegole e suppellettili e dell’artigianato tessile e laniero (fusaiole, rocchetti, pesi da telaio sono state rinvenute nelle abitazioni).
Le anfore, rinvenute invece come cinerari in contesti funerari erano utilizzate nella vita quotidiana per il trasporto delle derrate alimentari e dalla composizione dell’argilla risultano essere di provenienza dall’Italia centro-meridionale e dall’Egeo.
L'Altomedioevo.
I ritrovamenti di via Dandolo a Castellanza, dovuti a scavi edilizi, hanno evidenziato un nucleo cimiteriale d’ambito longobardo , composto da sepolture ad inumazione tipica dei merovingi dai quali i Longobardi avevano tratto il rituale di seppellire i soggetti maschili con le armi e quelli femminili con i monili. Questa stessa area è interessata da un insediamento tardo-romano del IV-V secolo, a carattere difensivo, come dimostra la presenza di muri massicci, e questo ha fatto pensare ad un territorio particolarmente coinvolto sul fronte strategico-militare. Non soltanto infatti godeva di una posizione di controllo della via più importante per Castelseprio , ma si posizionava anche non lontano dalla via che da Milano conduceva a Novara.
Dal Medioevo a...
Il primo toponimo di Castellanza individuato , dal punto di vista documentario, è quello di Casteniate che compare in un documento del 1045; il toponimo è legato evidentemente alla presenza dell’albero omonimo. Qualcosa di più lo troviamo tre gli elenchi di circa 200 famiglie nobili della città e della campagna di Milano: tra di essi compaiono i De Judicibus de Castagnate, cioè i Giudici, che erano quindi i signori del borgo in quell’epoca, e i De Cuticis, cioè i Cuttica, che vi avevano probabilmente delle proprietà. Infatti quando i Visconti nel 1314 bandiscono dalla città gli amici dei Torrioni, ne confiscano i beni, tra i suddetti beni appaiono quelli di Uberto e Crosino De Cuticis nei territori di Castagnate, Cogorezio e Sponzano. Compaiono qui, per la prima volta, associati a Castagnate i toponimi di Cogorezio e Sponzano, oggi inesistenti , che dovrebbero occupare due aree non meglio identificate nella zona dell’attuale Castellanza. Nel 1461, in una sentenza relativa alla tassazione del sale, Sponzano e Cogorezio appaiono come contrade di Castellanza, in seguito non vengono più nominate. Si può dedurre che l’abitato dell’odierna Castellanza fosse costituito nel Medioevo da tre nuclei separati: Castagnate che costituì un comune separato fino alla metà del XIX secolo, Sponzano e Cogorezio, che dovevano essere due piccoli nuclei molto vicini tra loro che formarono nel XV secolo in un’unica comunità.
La Chiesa di San Giulio era probabilmente in posizione intermedia e li serviva entrambi.Si trattava comunque di piccole comunità che facevano capo alla pieve, circoscrizione ecclesiastica ma anche punto di riferimento della vita civile,che vivevano solo di riflesso i grandi avvenimenti storici, soprattutto milanesi, passando da un dominatore all’altro fino alla Signoria dei Visconti, un cui funzionario sembrerebbe essere il nobile Aricus la cui iscrizione tombale fu ritrovata nel demolito campanile di San Giulio, morto e sepolto a Castellanza il 10 marzo 1386. Nel 1845 Costanzo Cantoni impiantò una filatura sul fiume Olona e nel 1886 Luigi Pomini fondò la prima industria meccanica. Nel 1878 avviene la fusione in unico comune di Castellanza e Castegnate.
Nel 1904 sorse la Centrale Termoelettrica di Castellanza, grazie alla Società Lombarda per la Distribuzione di Energia Elettrica. La creazione di una centrale costituì un notevole vantaggio per gli industriali tessili e cotonieri, che miravano all'incremento della produzione. Purtroppo, con l'aumento dell'inquinamento dell'Olona ad opera delle stesse industrie, l'acqua affluì sempre più lentamente, e la centrale fu messa fuori servizio.
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