Nella parte meridionale della Valle Olona, là dove il fiume lascia le ultime propaggini delle Prealpi per allargarsi nella pianura, si estende Castellanza che, in posizione di transito tra la pianura e i valichi alpini, sin dalla preistoria fu crocevia di civiltà e culture. Il fiume Olona la divide nettamente in due nuclei. Il più antico è Castagnate, sulla sponda sinistra. Di esso si hanno notizie intorno al mille e venne unificato al borgo di Castellanza nel maggio del 1869 con R.D. di Vittorio Emanuele III. Il fiume ne fu sempre vita e ricchezza, con i numerosi mulini che azionavano macine, torchi, segherie.
La campagna ricca di filari e gelsi, produceva cereali e patate; veniva coltivata la vite ed importante era la bachicoltura. Notevole incremento a questa terra venne dato dalla grande arteria del Sempione e la località amena sarà ricordata da Stendhal come “un ‘oasi di verde con un limpido fiumicello”.
L’industrializzazione nell’Alto Milanese ha sempre fatto i conti, dai suoi inizi in poi, con i problemi energetici. Dall’energia idraulica che in origine favorì gli insediamenti lungo il corso del fiume Olona si passò, in tempi successivi, all’energia del vapore e, più avanti ancora, a quella idroelettrica e termoelettrica. il problema del rapporto tra progresso dell’industria ed energia rimane continuamente aperto.
I mulini persero via via la loro importanza verso la fine del secolo scorso. Erano venuti infatti ad aprire le loro fabbriche lungo il fiume i nomi che diventeranno famosi in campo industriale-tessile: i Cantoni, i Tosi , i Turati, i Cerini. Nella parte alta nel 1886 aveva aperto la sua officina meccanica Luigi Pomini, mentre altri industrie nel settore chimico, elettrico, affiancate da laboratori artigianali, si univano alle prime.
Fu così che gli uomini si trasformarono ben presto in operai di fatto, pur continuando a svolgere l’attività agricola. Fu così per molti fino a cinquant’anni fa, mentre l’attività primaria veniva sostituita da quella secondaria. Castellanza si è sviluppata lungo il percorso della S.S. 33 del Sempione, seguendo l’orientamento perpendicolare rispetto al fiume delle antiche strade che i contadini utilizzavano per raggiungere l’Olona. Lo sviluppo successivo l’ha portata a fondersi con i centri di Legnano e Busto Arsizio rimanendo però compressa entro i tracciati dell’Autostrada dei Laghi, le Ferrovie Nord, la linea ferroviaria Milano-Gallarate e la Statale 527.
Il livello di urbanizzazione del territorio, considerato sia il suolo urbanizzato che quello urbanizzabile nell’ambito del piano urbanistico comunale, ha superato la soglia critica del 50%, nettamente superiore alla media provinciale ed è immagine di una sostanziale carenza di aree libere.
Questa situazione ha spinto l’amministrazione comunale ad un qualificato recupero delle strutture e delle aree corrispondenti a funzioni già dismesse o che diverranno tali nei prossimi anni. Castellanza è un esempio concreto di riqualificazione del tessuto urbano esistente: il riutilizzo dei vecchi nuclei edilizi, la riutilizzazione delle aree libere sono non solo un recupero attivo delle testimonianze storiche della città ma soprattutto una conversione del suolo urbano. Alcuni edifici industriali costruiti sull’Olona, sono divenuti di proprietà comunale e una parte di essi è già stata riutilizzata a scopi sociali. Tra tutti spicca la struttura della filatura Cantoni, partte della quale è stata ristrutturata divenendo sede dell’Università Carlo Cattaneo.
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Di esso si hanno notizie intorno al mille e venne unificato al borgo di Castellanza nel maggio del 1869 con R.D. di Vittorio Emanuele III. Il fiume ne fu sempre vita e ricchezza, con i numerosi mulini che azionavano macine, torchi, segherie.
